Meverin ed Eureka Competition partecipano al Ferrari Challenge Europe Trofeo Pirelli con Max Mugelli
Max Mugelli, schietto e sincero come sempre, non ama nascondersi dietro ad un dito: quando il risultato è al di sotto delle attese, Max ci mette la faccia e si assume le proprie responsabilità, anche quando, come è successo a Le Mans, la gara viene compromessa non certo per colpa sua.
Ma andiamo per odine: nel primo turno di libere Max inizia piuttosto bene, nel secondo invece non riesce ad accumulare chilometri preziosi a causa di una prolungata bandiera rossa.
Nelle qualifiche le cose non vanno meglio: con il primo treno di gomme, nel giro migliore, Max viene purtroppo fermato nuovamente dalla bandiera rossa. Con il secondo treno di gomme, sempre durante il suo giro migliore, entra in contatto con un avversario più lento che probabilmente non si è accorto dell’arrivo del nostro Max che viene toccato a 200 km/h e spinto nella ghiaia fino a toccare le barriere: impossibile per lui ripartire.
Tutto ciò costringe il pilota toscano ad assistere alla parte conclusiva delle qualifiche da bordo pista. Oltre al danno la beffa: la manovra viene giudicata irregolare dalla direzione gara che penalizza Max con tre posizioni sulla griglia di partenza: su 70 partecipanti in totale (Trofeo Pirelli e Trofeo Shell in questa occasione hanno corso insieme), Mugelli è costretto a partire dunque dalla diciottesima posizione con il crono realizzato nel suo giro di lancio.
La gara è ancora più limitante poiché Max vede le sue velleità di rimonta cancellate dall’ingresso della safety car, che rimane in pista per quasi 30 minuti sui 35 di durata della gara a causa di un incidente tra due vetture in uno dei rettilinei da 300 km/h! Mugelli nei poco più di cinque minuti a disposizione riesce comunque a recuperare un paio di posizioni e proprio nell’ultimo giro approfitta di un nuovo contatto nella Yellow Flag Zone per recuperare ulteriormente e concludere in sesta posizione di classe e tredicesimo assoluto.
Max Mugelli
“Le cose non sono andate certo come ci aspettavamo che andassero, in parte per motivi che nulla hanno a che fare con me o con il team. Il contatto in qualifica ha compromesso irrimediabilmente la gara e mi ha fatto partire in nona fila lontanissimo dai primi. Peraltro, la penalizzazione di tre posizioni mi pare davvero esagerata, e non aggiungo altro. Al pilota di fronte a me è stata chiaramente sventolata la bandiera blu. Invece di agevolare il sorpasso, mi ha chiuso quando stavo affrontando l’ingresso curva a circa 200km/h, toccandomi nella parte posteriore sinistra e spedendomi diritto nella ghiaia. Davvero non capisco come io possa essere ritenuto colpevole di un contatto di questo genere.
Al briefing il direttore di gara ricorda sempre più volte di agevolare il sorpasso alle vetture più veloci che stanno sopraggiungendo, quindi il pilota danese non doveva chiudere la traiettoria quando io l’ho superato. Ovviamente non si è accorto di me e tantomeno dell’evidente sventolamento delle bandiere blu da parte dei commissari di pista. In una pista di oltre 13,3 km con tempi sul giro di 4 minuti non è corretto compromettere un giro di un avversario. Io era decisamente più veloce, probabilmente sono stato aggressivo nel sorpasso, ma era necessario per me chiudere il giro.
In gara avrei voluto recuperare, ma è durata circa solo 7 minuti dato l’ingresso della safety car che è rimasta in pista per quasi tutta la manche, per permettere ai commissari di percorso di rimuovere due vetture incidentate.
Dopo Le Mans sono scivolato dal terzo al quarto posto in classifica generale, con un solo punto di distacco. Smaltita la delusione, è ora il momento di pensare già al prossimo appuntamento dell’Estoril, a luglio dove andremo subito in cerca del riscatto per recuperare quanto perso in Francia”.